giovedì 26 gennaio 2012

dEnarO dOnare pare che lo spostamento di queste due vocali possa cambiare il mondo


qualche post fà vi ho sottoposto informazioni su come è nato questo nostro orribile sistema bancario, ci ho scritto su una storia da portare a teatro, vediamo che ne dite.

1° scena

C’era una volta un mondo bellissimo che si chiamava Gnaffo.

I suoi abitanti detti pagalagi erano tutti molto diversi gli uni dagli altri.

Appaiono i personaggi

In questo mondo la natura provvedeva a tutto il necessario

affinché essi sopravvivessero.

C’erano alberi che davano loro cibo,

alberi

Fiumi che li dissetavano

acqua

Ripari ove dormivano quando era freddo o pioveva

Caverna

ed ogni giorno festeggiavano il tramonto con un fuoco, musica, balli e storie narrate sulla spiaggia, in attesa che il sole sorgesse di nuovo.

Entrano in scena 5 personaggi:

Erabur sceglie il posto dove accamparsi per la festa, Ego porta i rametti

per il fuoco, Bia suona, Brama balla portando acqua,Soma entra con la frutta

Essi erano felici

Poi un giorno Bia, senza alcuna ragione apparente

prese rami e foglie di un albero e se ne adornò il capo.

“Che bello, ne voglio uno anche io … ma come fai a farlo, io non ci riesco”

Disse Brama.”Non ce la faccio neanche iò”si lamentò Soma.”Ne fai uno anche a noi” dissero le due pagalagi a Bia “D’accordo, ma voi che mi darete in cambio?”Soma gli disse che tutta la frutta che aveva portato era la sua,Brama giurò che avrebbe ballato per lei tutta la notte.

Quegli strani e inutili oggetti che Bia chiamava Sopracapi divennero presto la cosa più ambita da tutti e lei ne inventava di ogni forma

Buffi cappelli indossati

I doni che Bia riceveva in cambio si accumulavano nella spiaggia.

Intanto, Ego ispirato dal successo di Bia iniziò con lo schiacciare alcune

bacche trovate nel bosco

Ego raccoglie e lavora

che, poi lasciò macerare per 3 gg, infine

creò una bevanda squisita che, naturalmente, tutti vollero assaggiare.

Anche lui si ritrovò , in poco tempo,la caverna piena di cose barattate

per la bevanda che aveva chiamato Sbobba.

Fu allora che Brama propose agli amici un invenzione geniale che

avrebbe risolto i loro problemi di spazio e archiviazione dei doni:
“Un pratico box di rametti retrattili, legati con fibre dell’albero dei peli,

se vi serve lo aprite e ne fate una capanna altrimenti … potrete riporlo in un angolo della vostra caverna”.Non vi dico che successo strepitoso ebbe Brama

Insomma in poco tempo tutti avevano un copricapo,

bevevano sbobba e avevano una o più capanne dove riporre

le cose che accumulavano.

E queste cose , in poco tempo, parvero a tutti indispensabili.


2° scena

In pochi anni il loro mondo era cambiato

a tal punto da essere irriconoscibile.

Paesaggio

“spostati che non riesco a passare”

“mi dispiace, non posso venire a giocare devo lavorare “

“perché piangi?” “non ho abbastanza mele per permettermi un sopracapo, tutti mi prenderanno in giro ora”

Inoltre cominciò a farsi pressante il problema dell’archiviazione, lo stoccaggio e il mantenimento dei doni accumulati.

“BASTA!”

Disse un giorno Bia

“Da oggi non voglio più le vostre bacche, le vostre bevande e tutte le cianfrusaglie che mi riempiono la casa, da oggi ,in cambio delle mie creazioni, dovrete portarmi le pietre luccichine che stanno vicino al vulcano, altrimenti niente sopracapi.”

“Stai scherzando?”

Dissero gli amici in coro

“Quelle pietre si trovano solo intorno al vulcano, nella terra dei Poponi,

è pericolosissimo arrivare fin là.” “Meglio!” disse Bia “Se li volete dovrete rischiare un po’ , io lavorerò meno smettendo di accumulare tutti i vostri inutili doni,

o le pietre brilluccichine o gnente sopracapi!”

A questo punto voi crederete che i 4 amici avessero mandato al diavolo Bia e invece … in un modo o nell’altro, rischiando la propria o quella di qualcun’ altro

Come Ego convince Soma

si procurarono le pietre e cominciarono ad usarle non solo per pagare Bia ma anche per essere pagati per le proprie produzioni e i propri servigi.
Fu così che nel mondo di Gnaffo comparve per la prima volta una moneta di scambio chiamata Luccichina che tutti i pagalagi bramavano.

3° scena

Erabur:“Ordal, tu quante pietre luccichine hai?”

“4”

“accidenti, non ci bastano per comprare una capanna”

“che vergogna , dovremo tornare a vivere sulla caverna del babbo,

come dei trogloditi, nessuno verrà a trovarci e rimarremo soli,

dobbiamo trovare più pietre, a tutti i costi”

“io ho un idea”


Quel giorno nel mondo di Gnaffo tra il popolo dei pagalagi nacque il primo ladro.

Scena 4°

Ora, facciamo il punto della situazione, tutto quello che serve a queste creature è

diventato “comprabile” la gente di questo posto per procurarsi le pietre luccichine ha cominciato a recintare gli alberi che danno frutti e a venderli.

Scenetta 1

Hanno chiuso le

sorgenti dell’acqua e per bere bisogna pagare,

Scenetta 2

i più prepotenti e forti fanno pagare persino per poter passare nei “loro” sentieri o davanti alle proprie case.

Scenetta 3

Quello che prima era un dono del pianeta ora si pagava.

E chi non era abbastanza furbo, forte o fortunato le cose che voleva

le rubava.

Bia:“Questa storia dei ladri deve finire!

Non riesco più a commerciare in pace”
“Io ho un idea” Disse Ego

“Con le pietre luccichine che ho posso fare una mega capanna dove ammucchiare tutte le pietre luccichine,anche le tue e quelle di chi vorrà, io e i poponi che ho catturato nelle terre del vulcano faremo la guardia giorno e notte così

nessuno si avvicinerà per rubarle”
“Si, questa è una buona idea” disse Bia, ma quando vado a comperare le cose

posso essere aggredita e derubata lo stesso , chiunque può prendermi le pietre luccichine che tengo nel cappello.”
“Ho un idea anche per questo, quando tu mi porti le pietre luccichine nella capanna sorvegliata, io ti do una foglia in cui scrivo quante pietre vale, così tu possiedi e scambi la foglia , chi la riceve può tornare da me e io gli do le pietre corrispondenti che ho in deposito”

“mi pare complicato”

“non lo è, guarda, ti faccio vedere”

………….

Così nel pianeta Gnaffo, fra il popolo dei pagalagi nacque la prima banca

L’idea di non girare più con le pietre rischiando di essere derubati piacque

a tutti coloro che accumulavano.

Così nacquero delle filiali e nell’incredibile mondo di questi strani esseri le stesse foglie che prima servivano solo per ripararsi dal sole, acquistarono un valore

incredibile solo perché qualcuno sopra ci scriveva dei simboli e qualcun altro li usava come fossero pietre luccichine.

Per quelle foglie le persone erano pronte a lavorare come schiavi

a bisticciare anche con il proprio migliore amico

a rubare, a morire.

Scena 5°

Che strano mondo quello dei pagalagi, sacrificavano l’utile per l’inutile

e lo pagavano con la propria vita.

In poco tempo la Capanna delle pietre luccichine si riempì di quei magici sassetti che la tutti preferiva lasciare al sicuro nelle mani di Ego continuando a commerciare con le foglie stampate.

Un giorno Sciao che era cresciuto e aveva giocato per tutta l’infanzia con il suo

amico Ego,andò da lui per chiedergli un favore:

“Amico mio,la tua grande capanna è piena di pietre luccichine, me ne regaleresti quattro per comprarmi una piccola capanna?”

“Non possiedi già una bella caverna? Che vuoi farne di una capanna?”

“Voglio creare un posto dove tutti possano incontrarsi per giocare, ballare e suonare insieme,lo voglio fare al centro del villaggio, che sia aperta a tutti, cosi anche quando piove potremmo divertirci e smettere di pensare solo a lavorare.”

“E’ un ottima idea quella che hai avuto Sciao, ma le pietre luccichine che sono nella mia capanna appartengono alla gente del villaggio, non posso regalartele... però

potrei prestarti le foglie che ti servono per questa impresa”

“Prestarmi? Che significa?”

“È un idea molto moderna, io ti do le foglie che ti servono e tu me le restituirai tra

cinque mesi, aggiungendo alla cifra che ti ho dato una foglia per la gentilezza e

rischio che ho corso facendoti questo prestito.”

“ Ma io non avrò mai tutte quelle foglie.”

“Mio caro amica basterà che tu faccia pagare una foglia ad ognuno che voglia

venire a divertirsi nella tua capanna , in pochi giorni potrai saldare il mio prestito e in qualche mese sarai anche ricco, grazie a me.”

Quel giorno nacque il primo prestito e la prima discoteca,

dove la gente per divertirsi doveva pagare.

Erano passati molti anni dall’ultima volta che i 5 amici si erano seduti sulla spiaggia attorno ad un fuoco per ridere cantare e ballare, ma quella sera tutti e cinque come spinti da una forza invisibile,si incontrarono (senza essersi dati appuntamento) proprio lì, in quel pezzo di spiaggia che tanto avevano amato da giovani.

Alle loro spalle una città di baracche esalava fumi puzzolnti e la gente si era già rifugiata in casa per paura dei ladri, la notte ora non era più fatta per ballare, era il regno di ladri e malfatturi.

Tutto sembrava triste e stanco proprio come i 5 amici, ormai vecchi.

Ego:“In che cosa abbiamo sbagliato?”

Bia:“Forse non dovevamo inventare cose inutili”

Brama:“non dovevamo sfruttare il desiderio degli altri”

Soma:“desiderare cose che non servono per essere uguale agli altri”

Erabur:“rubare”

Fu allora che un bambino pagalagi, fino ad allora rimasto nell’ombra uscì allo scoperto

“Io credo”

Disse con la voce di chi sa

“Che l’altruismo sia la risposta alle vostre domande, se Bia avesse regalato i suoi sopracapi, Ego avesse offerto la sua Sbobba, l’intero mondo Gnaffo sarebbe stato migliore, non ci sarebbe stato bisogno di capanne per stivare i doni accumulati, non sarebbero servite pietre luccichine, banche, sacrifici e lavoro per vivere,il nostro mondo avrebbe aggiunto alla sua bellezza nuove idee e tutti ne avremmo potuto usufruire.”
Quelle parole caddero come macigni nei cuori dei 5 amici. A quel punto il bambino sorridendo sbucciò e divise un arancio che aveva in tasca con i vecchi e si avviò verso il bosco.

L’unica soluzione per riportare la felicità nel mondo dei pagalagi era l’altruismo, dovevano dare loro (i più ricchi) l’esempio, aprire i loro forzieri, le casse piene di foglie e sassi luccichini e buttarli in mare.

Ce l’avrebbero fatta da soli?

Olmo esce dalla baracca sbucciando un arancio

“molti spicchi ancora ho dovuto dividere con vecchi, giovani e bambini, alcuni di loro da questo semplice gesto hanno imparato il valore del condividere ma altri

Offre l’arancio al pubblico

Maria:”Altri non ce l’hanno ancora fatta, tengono tutto per se, si riempono di cose inutili che costano il tempo della propria vita”

Olmo: “e qualche volta anche la vita di qualcun altro”

Aurora:” Così abbiamo deciso di agire, armati di baracca e burattini, abbiamo intrapreso la via dell’informazione perché tutti voi sapeste che i pagalagi siamo noi”

Olmo:” e che l’unico modo per combattere il capitalismo è l’altruismo

Maria: “a partire da ora, da qui, da noi”

Insieme

“ e dal nostro cappello,”

ps:il titolo lo devo a Marco, una persona eccezionale che di economia ne mastica in abbondanza e con la quale stiamo provando a montare questo spettacolo.
E della foto, che dire...lo so, non c'entra nulla con l'argomento ma la trovo così bella che ho pensato di regalarvela.

idee per scrivere


POESIA CINESE

la consueta poesia cinese è di 4 versi
nel primo verso c'è la premessa
nel secondo c'è la continuazione di quella premessa
il terzo verso si allontana dall'argomento e ne comincia uno nuovo
il quarto verso collega i primi tre

esempio:
A Kyoto vivono le due figlie di un mercante di seta
la più grande ha vent'anni, la più giovane diciotto.
Un soldato può anche uccidere con la sua spada,
ma queste ragazze uccidono gli uomini con i loro occhi.

Interessante no?
Questo faremo domani con Olmo, poi vi farò sapere

ps: lo so che la foto non c'entra nulla ma l'ho fatta questa mattina e mi piaceva molto ... perchè non metterla?

tempo di inseparabili


Ironia e messaggi dei bambini, io e suo padre siamo separati da alcuni mesi e lui, il grande Olmo mi chiede di regalargli una coppia di inseparabili
non sapete cosa sono?
Ve lo posso spiegare io!
Gli ineparabili sono un tipo di pappagallini che hanno (tra le altre) una caratteristica imprescindibile
FORMANO UNA COPPIA E RIMANGONO INSIEME PER SEMPRE
naturalmente mi si spezza il cuore, ma sono una ricercatrice quindi indago (naturalmente io lo anticipo ma questa sarà la prossima ricerca di Olmo) e scopro che le creaturine in discussione fanno coppie anche dello stesso sesso, l'importante per loro è non essere soli, mi rincuoro e procedo.
Non posso tollerare di costringere in gabbia, a casa nostra, degli animali, ma Olmo mi piega che se allevati a mano gli inseparabili possono essere lasciati liberi, non si allontaneranno mai da colui che li ha imbeccati da piccoli.
Provo ad obbiettare che mi ripugnano i negozi di animali e il loro commercio, mi si fa notare che in una serra dalle nostre parti un tipo li tiene e ce ne potrebbe procurare 2.
Sconfitta accetto l'idea di convivere con altre 2 bestioline in casa e procedo con la ricerca (è stato bello fare questo con Olmo che sembrava avere già tutte le informazioni che mano a mano scoprivamo).
Alla fine ... eccoli quì, Olmo ora li imbecca 3 volte al giorno, non dimentica mai un imbeccata o di tenerli puliti e far loro delle coccole.
A dire il vero li trovo simpatici anche io.
Ancora una volta lo seguo ... perchè mi precede.

mercoledì 18 gennaio 2012

PERCHE' IL LAGO SI CONGELA IN SUPERFICIE?




















Che freddo!
Il lago di fronte alla carovana dove viviamo ora è ghiacciato.
Il germano reale è perplesso.
Olmo tenta da giorni di attraversarlo ma il ghiaccio è poco spesso, solo Francesca (il cane di Olmo) che pesa poco e distribuisce il peso sulle 4 zampe ci riesce.
Ma questa mattina, in onore di Martino e Nicolò che sono venuti a trovare Olmo, gli intrepidi ragazzi hanno tentato l'attraversata e vi sono riusciti.






Il bello della scuola famigliare è che si può cogliere l'occasione di un avvenimento come questo per riflettere ad esempio sulle leggi che governano gli stati dell'acqua . Dunque, mentre Roberto ripassa matematica con i ragazzi io preparo una domanda da fare loro:
Perchè il lago si congela in superficie?
Naturalmente ho pronta una dispenza che lo spieghi con chiarezza.


INFO RACCOLTE PER RISPONDERE ALLA DOMANDA

Proprietà fisiche

Il ghiaccio possiede una singolare proprietà, apparentemente banale, ma che ha importanti ripercussioni sulla vita

dell’intero pianeta. Mentre la maggior parte delle sostanze subisce una diminuzione di volume passando dallo stato

liquido a quello solido, l’acqua possiede la proprietà di essere meno densa allo stato solido che allo stato liquido: la

massima densità, infatti, è raggiunta a una temperatura di 4°C.

Questo implica che il ghiaccio sia più leggero di un equivalente quantitativo di acqua liquida, per cui il ghiaccio galleggia

sull’acqua: di questo è facile rendersi conto quando sorseggiamo una bibita da un bicchiere colmo di cubetti di ghiaccio,

ma lo stesso fenomeno in natura si osserva negli iceberg e nella formazione di ghiaccio marino e lacustre.

Se il ghiaccio non possedesse questa proprietà, il ghiaccio formato sulla superficie di uno specchio d’acqua (un lago, o

un mare) affonderebbe, accumulandosi sul fondo. Questo finirebbe per creare la formazione di spessi depositi di

ghiaccio sul fondo di mari e laghi, che verrebbero ben presto trasformati in grandi masse di ghiaccio, dove il calore estivo

produrrebbe soltanto un piccolo spessore di acqua liquida in prossimità della superficie. Le conseguenze di questa

proprietà sulla vita del nostro pianeta sono quindi facilmente immaginabili.

La stessa proprietà fa sì che l’acqua, gelando, aumenti di volume. La cosa è facile da sperimentare quando mettiamo nel

freezer una bottiglia d’acqua: la pressione esercitata dal ghiaccio può rompere la bottiglia, se questa è piena, il ghiaccio

non ha spazio per espandersi e il contenitore non può deformarsi, come accade per una bottiglia di vetro. In natura,

questo processo è importantissimo: la pressione esercitata dal congelamento dell’acqua all’interno di piccole fratture di

una roccia può essere così grande da frantumare la roccia stessa in piccoli frammenti. Questo processo, chiamato

crioclastismo (da crio: freddo e clastismo: rottura), è responsabile dell’alterazione delle rocce in alta montagna, e

produce grandi distese di detriti spigolosi, che sono un tratto caratteristico del paesaggio montano al di sopra del limite

della vegetazione arborea (quelle che gli alpinisti e gli escursionisti chiamano “ghiaioni”: chi frequenta la montagna sa

quanto sia faticoso camminarvi!).

Quanto pesa il ghiaccio?

In modo analogo ad un oggetto che galleggia sull’acqua, così la crosta terrestre “galleggia” in equilibrio sulle rocce

viscose e plastiche del mantello sottostante. Una diminuzione del peso della crosta, dovuta, per esempio,

all’asportazione di rocce per erosione, fa alleggerire le rocce, e la crosta si solleva, mentre un aumento di peso fa

affondare la crosta ancora di più nel mantello “morbido” e viscoso, con un processo chiamato isostasia. La formazione di

spesse coltri di ghiaccio, come è accaduto durante le glaciazioni del passato, causa un sovraccarico sulla crosta coperta

dai ghiacci, con il risultato che questa affonda nel mantello, abbassandosi di parecchie centinaia di metri, in alcuni casi

anche al di sotto del livello del mare. Conoscendo la densità media del ghiaccio e il suo spessore, è facile calcolarne il

peso alla base. Attualmente, a causa del peso della calotta, che in alcuni punti raggiunge i 4,5 km, l’Antartide si è

abbassata di oltre 900 m. Misurazioni radar effettuate in Groenlandia mostrano che un terzo della base rocciosa si trova

al di sotto del livello del mare e il peso del ghiaccio accumulato ha spinto, in alcuni punti, la roccia ad abbassarsi di più di

600 m. Al ritiro delle grandi calotte dell’ultima glaciazione, i territori liberati dal peso dei ghiacci sono ritornati ad

innalzarsi. La regione circostante la Baia di Hudson, per esempio, ha subìto, al ritiro della calotta laurenziana, un

innalzamento di più di 300 m in poco più di 10.000 anni: questo innalzamento non è ancora terminato, poichè il territorio

non ha ancora raggiunto l’altezza che aveva prima dell’ultima glaciazione. Anche la penisola scandinava si sta ancora

sollevando con un ritmo che raggiunge i 9 mm/annui al centro del Golfo di Botnia. Il ritardo nel rispondere alla rimozione

del carico è dovuto alla viscosità del materiale che costituisce il mantello, che ha una certa inerzia.

L’innalzamento verificatosi alla fine dell’ultima glaciazione è in gran parte mascherato dall’innalzamento del livello marino

conseguente alla fusione di grandi quantità di ghiacci continentali.


UNA RICERCA INTERESSANTE
http://www.liceogalileict.it/corsoacqua/attivita09file/L%27acqua_e_la_vita__legata_all%27acqua_IIIE.pdf

non contenta aggiungo info su una roba che io non conoscevo:

Il permafrost

Quando le temperature medie annue dell’aria sono sotto lo zero per periodi lunghi, l’acqua che si trova nel terreno è

sempre allo stato solido, e il terreno risulta permanentemente gelato. In questo stato, prende il nome di permafrost

(cioè, ghiaccio permanente). Il terreno, indurito e privo di acqua liquida, è costituito da particelle minerali (particelle di

terreno, granuli e detriti rocciosi di varie dimensioni) cementate tra loro da ghiaccio. La profondità a cui giunge il ghiaccio

dipende dalla rigidità del clima, ma può essere di parecchie decine di metri (in alcune zone della Siberia e dell’Alaska,

con temperature medie annue dell’aria comprese tra –7 e – 16°C, si è trovato permafrost a profondità d i 300-600 m, con

un massimo di 1.500 m in una località della Siberia settentrionale).

Durante l’estate, un sottile strato superficiale, il cosiddetto strato attivo, viene riscaldato dal sole e il ghiaccio può

fondere: poichè il sottostante permafrost è impermeabile, l’acqua di fusione non può essere allontanata e il terreno

sgelato diviene molle e intriso di acqua, si formano spesso paludi e acquitrini e si possono creare gravi problemi di

stabilità agli edifici che vi sono costruiti sopra.

Per costruire in queste aree occorrono tecniche edilizie particolari, con gli edifici che poggiano su pali infissi nel

terreno fino a raggiungere lo strato permanentemente gelato: una sorta di “palafitte” sul morbido e cedevole strato attivo.

Il permafrost interessa piccole aree in alta montagna (anche sulle nostre Alpi) ma, soprattutto, vastissime aree alle alte

latitudini: circa un quinto delle terre emerse è interessato da questo fenomeno (metà del territorio della ex-Unione

Sovietica, metà del territorio canadese, tre quarti dell’Alaska, la quasi totalità della Groenlandia e dell’Antartide)