martedì 21 dicembre 2010

COLLOQUI

Volevo allegare il pagellino a questo post, poi mi sono vergognata di essere tanto orgogliosa di quei numeri che ora identificano mio figlio come un ottimo studente.
Che mi succede?
La soddisfazione per i molteplici complimenti ricevuti per il lavoro svolto in questi anni di scuola familiare mi hanno fatto perdere di vista le cose in cui credo?
Mi ritrovo a rispondere ai parenti con numeri che fino a l'anno scorso non esistevano.
Eppure ho passato il pomeriggio a parlare con mamme che aspettavano fuori dalle aule il proprio turno agitate e apprensive, mentre impugnavano il pagellino come una condanna a morte sperando che qualche grazia sopraggiungesse attraverso il "colloquio" con gli insegnanti, ho provato con-passione per loro, così soffocate da questo sistema da credere che i propri figli fossero davvero solo degli alunni.
Ed ora?
Quasi quasi vorrei condividere i numeri
apparentemente perchè sappiate che un bambino che ha frequentato 5 anni di scuola famigliare può affrontare quella statale senza problemi ma ... se mi quardo dentro scopro il fantasma delle mie credenze, degli anni della mia infanzia, dello sguardo dei miei sulle mie pagelle, delle gratificazioni e delle punizioni per il mio andamentoi scolastico.
Scopro la debolezza della mia anima.
Tradirei me stessa se mi abbandonassi alla vanità dei numeri dunque...
vi racconterò le frasi indegne (per fortuna di due soli insegnanti):
prof di religione
"I bambini di questa classe non sanno riconoscere l'autorità, pensi che si permettono (compreso suo figlio) di rispondere al posto mio quando un compagno fa una domanda"
Io: "Si chiama educazione fra pari, è un ottimo metodo perchè i ragazzi memorizzino informazioni sull'argomento, dovrebbe sfruttare questo e non ostacolarlo"
La prof:
"Lei schersa! Questo è il retaggio della scuola elementare, in cui i bambini non vengono scolarizzati bene e quindi si permettono di rispondere quando vogliono, creando il caos in classe"
Io:
"Mio figlio non ha frequentato la scuola elementare quindi non può essere per questo che interviene"
La prof :
"Non ha fatto le elementari???"
Le spiego della scuola famigliare, sembra non conoscere nulla di Olmo, mi dice che crede che il bambino non sia interessato alla materia quanto invece a mettersi in mostra con ciò che sà.
Le dico che noi non volevamo che frequentasse l'ora di religione ma che lui ha insistito perchè voleva sapere.
Alla fine me ne vado dicendo:
"Con tutto il rispetto per il suo lavoro signora ... io dissento, ma se mio figlio non manifesterà il desiderio di essere esonerato dalla sua materia rispetteremo la sua scelta augurando a lui e a lei buon lavoro"
Oltre questa "tipa" solo la prof di cui vi ho già parlato (per un colloquio con lei tenuto all'inizio della scuola) hanno fatto osservazioni assurde, per il resto ho incontrato professori e professoresse entusiasti del ragazzino che si complimentavano sperando che Olmo continuasse a partecipare con l'entusiasmo che ha manifestato fino ad ora.
Care amiche, mi accorgo solo ora di essere soggetta ai pericoli del sistema molto più di quanto credessi.
Essere "fuorì" prevede molte responsabilità e un incredibile tenacia (quelle di voi che stanno facendo scuola famigliare mi capiranno), ma essere "dentro" mantenendo i propri principi può essere altrettanto faticoso soprattutto quando il sistema ti compiace risvegliando le tue vanità.
Ringrazio tutte voi perchè siete la mia coscenza collettiva, coloro a cui guardo mentre , in equilibrio precario, cammino fra i ruderi di questa società seguendo mio figlio che saltella fischiettando più avanti.

5 commenti:

  1. Mi congratulo con voi, con te, e capisco molto il senso di soddisfazione, ho appena fatto un'esperienza simile al primo colloquio della prima classe superiori di mio figlio grande.
    Ne ho raccontato qui:
    http://buntblume.wordpress.com/2010/12/14/manifesto-diritto-al-dialogo/
    Buon proseguimento e ancora grazie per i contributi su questo blog che credo siano di grande importanza per chi ogni tanto ha dubbi o paure. Ciao!

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  2. Ciao leggo da molto tempo il tuo blog e ho sempre trovato molto interessante e d'ispirazione la vostra esperienza di scuola familiare. Intervengo oggi, forse perchè ho bisogno di sfogarmi.
    I voti. Questi maledetti numerini che non fanno altro che incrementare la competizione tra bambini, che a mio avviso non dicono nulla sul reale apprendimento di una materia.
    Io ho una bambina che frequenta la terza elementare ed è felice di andare a scuola (anche io avrei optato per la scuola familiare ma ho rispettato il suo desiderio). Nelle pagelle solitamente non leggo i voti, ma solo il giudizio finale, in cui con parole e non con numeri posso sapere quali sono i "successi" scolastici e dove sono invece le suedifficoltà.
    Ad una mamma chiamata per un colloquio perchè la sua bambina non sta mai ferma in classe e che mi diceva: "Non capisco perchè mi chiamino, in fondo mia figlia ha voti altissimi in tutte le materie!" ho risposto: "Evidentemente il rendimento scolastico non è tutto".
    Io non voglio che mia figlia diventi solo una persona istruita, io voglio che mia figlia sia una persona appassionata, qualunque cosa deciderà di fare nella sua vita. I numeri non riescono a dare questa idea.

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  3. ho letto alcuni tuoi post e li ritengo molto interessanti e reali. io sto sull'altro fronte (insegno nella scuola statale) ma trovo davvero le tue riflessioni vere e significative! continuero' a seguirti!

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  4. ti appoggio in pieno, la scuola italiana è allo sfascio.
    Ma ritengo la scuola anche un ottima scuola di vita, dove confrontarsi con nazionalità e mondi diversi.
    Quello che insegni tu è interessantissimo, ma dubito che quando dovranno entrare nel mondo del lavoro gli potrà servire.
    Purtroppo è una jungla e se vuoi arrivare in alto devi lottare ed essere più avanto degli altri.
    Credo che un master alla bocconi valga di più di un corso zen...

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  5. carisssima Anonima, io spero che i miei figli non entrino mai nel "mondo del lavoro". Educare un figlio ad avere un pensiero critico e autonomo, accompagnato da una buona dose di autostima e fiducia nel futuro spero gli impedirà di vedere il mondo come una jungla, a te è servito? Sei felice? Io credo che crescere i bambini insegnando loro ad essere competitivi a tutti i costi e a discapito degli altri porterà questa nostra società ad una fine triste e dolorosa per tutti. Che te ne fai di un master alla Bocconi se poi ti devi guardare alle spalle tutta la vita con il timore di essere "fregato".

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