mercoledì 9 febbraio 2011

DISEGNARE CON LA PARTE DESTRA DEL CERVELLO lezione n°2




Insomma, il concetto portante da capire è che, se riusciamo a far tacere la parte sinistra del cervello, poi basta copiare.
E allora copiamo.
Prendiamo un foglio di acetato trasparente, cerchiamo una finestra dalla quale vediamo uno scorcio interessante e copiamo.
Naturalmente bisogna usare un pennarello indelebile e, soprattutto non spostare la testa (quindi il punto di vista) mentre si disegna.



L'esercizio è molto difficile e, anche se non lo completano siate tolleranti, usate ciò che hanno "copiato" per osservare i punti in cui la parte sinistra ha imposto le sue regole (portando il disegnatore a sbagliare le prospettive o le dimensioni per esempio).
Passiamo ora ad un vero e proprio disegno dal vero, fategli scegliere una foglia, lasciate che l'appoggino sul foglio e che traccino il contorno seguendo il margine della foglia, poi spostate il soggetto accanto al disegno e invitateli a perdersi fra le linee delle venature in tutti i loro particolari.



Naturalmente ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi nell'affrontare un esperienza come questa.
Nel caso dei miei 2 splendidi allievi Nicolò (il + piccolo) si perde nelle linee, non ha fretta, sorride e annuisce quando gli faccio notare che la sua parte sinistra a provato a fare come vuole facendogli ripetere alcuni segni biforcuti anche dove non c'erano, Martino è più immediato, concreto ed efficiente, mentre il fratello completa il disegno della foglia lui ha già finito, così usando delle lastre rigide di plastica trasparente lascio che scopra la meraviglia di "copiare dal vero" facendogli ritrarre la sua mano in una posizione difficilissima.



OSSERVAZIONI PERSONALI
Ero un po' titubante quando Giovanni e Valentina mi hanno chiesto di tenere degli incontri con i loro figli contemporaneamente perché ho avuto molte esperienze con situazioni simili in cui la competizione tra fratelli, le gelosie latenti e le tensioni famigliari impedivano ad ogni bambino di concentrarsi sul lavoro senza avere timore di essere schernito o giudicato.
Questi due ragazzi però mi hanno, come mi accade spesso, dimostrato che mi sbagliavo. Loro lavorano con intenzioni diverse ma mai li ho veduti rivolgersi l'un l'altro cercando di prevaricare o giudicare.
Apro a questo riguardo una brevissima nota sui risultati costruttivi della scuola famigliare (perché i ragazzini in questione vengono appunto da tale esperienza) mi rivolgo a coloro che obbiettano sulla possibilità di avere un rapporto sereno e costruttivo essendo contemporaneamente genitori ed insegnanti, fratelli e compagni di scuola
pregiudizi
soltanto pregiudizi.
Come in tutte le cose importanti di questo mondo è l'amore che conta, solo l'amore.

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