mercoledì 21 dicembre 2011

oggi con Olmo parliamo di moneta e banche

navighiamo col vento in poppa verso la crisi economica
secondo me è materiale di studio e allora,
ho trovato sul tema una pagina a riguardo che vi suggerisco

http://pensareliberi.com/2011/09/12/il-signoraggio-bancario-spiegato-a-mio-figlio/

però, siccome so che siete pigri, ve ne pubblico una parte che abbiamo usato questa mattina:


Tutto nasce in Italia (cominciamo bene!) con le repubbliche marinare, specialmente quelle di Genova e Venezia. Dai porti di queste città partivano navi cariche di beni dirette verso altre nazioni, città, repubbliche. Le merci trasportate venivano vendute o in cambio di altre merci o in cambio di monete (gettoni in verità) d’oro. Tutti i beni avevano un valore di mercato basato sull’equiparazione con altri beni o sul valore in oro deciso dal mercato
Quindi le navi trasportavano merci e monete d’oro. Puoi capire il rischio che si correva nei mari durante i viaggi dal porto di Genova sino in Turchia a causa dei pirati e del rischio di essere derubati dell’oro una volta sbarcati a destinazione. Nessun ladro può rubarti sotto il naso 10 carcasse di mucche, ma può benissimo portarti via un piccolo forziere di monete d’oro. Per risolvere questo grave problema la repubblica marinara di Genova, forte del suo impero e del suo mercato in tutto il mediterraneo, decise di creare la prima moneta cartacea, anzi, il primo “titolo” pagabile a vista al portatore, numerato, protocollato, certificato. Perché tutto funzionasse però c’era bisogno che nei luoghi di destinazione dei mercati vi fossero degli istituti delegati dalla repubblica di Genova, affinché si potessero cambiare questi titoli ricevendo in cambio oro. Così nacquero le banche. I mercanti caricavano le navi di merci e invece di caricare forzieri di oro andavano in banca e si facevano dare un titolo che valeva quanto oro si sarebbero dovuti portare. Questo oro veniva versato in banca in cambio del titolo. A destinazione i mercanti vendevano la merce che trasportavano e ne acquistavano altra per caricare le navi, ma non pagavano più con l’oro (sia in forma di “moneta” o gettone, sia in forma di lingotto) bensì con questo titolo. Il mercante straniero riceveva tale titolo grazie al quale poteva andare in una banca affiliata in zona, presentarlo e ricevere in cambio tanto oro quanto valeva il titolo. Quindi se il portatore aveva un titolo che valeva 100 gettoni d’oro, presentandolo in banca questa prendeva il titolo, lo distruggeva dopo averlo protocollato come “cambiato” e consegnava al portatore 100 gettoni d’oro.
una volta che il sistema di credito a distanza era stato accettato ufficialmente in tutto il mediterraneo, accadde l’imprevisto! I titoli avevano acquistato talmente tanta fiducia nei portatori che erano pochi coloro i quali avendone uno si scomodavano per andarlo a cambiare per ritornarsene con le sacche piene di oro. Primo per scomodità di trasporto, secondo per il rischio di essere derubati. Così pochi cambiavano il titolo in oro e molti invece compravendevano beni scambiandosi i titoli. Ora si che si può dire che erano nate le banche! Queste avevano i caveau pieni di riserve di oro e la popolazione mediterranea faceva mercato con i loro titoli perché si fidavano del sistema. Il titolo valeva sicuramente tanto oro quanto riportato sulla facciata del titolo
Si affaccia il primo lato oscuro del sistema bancario nel momento in cui le banche si accorgono di avere molto oro depositato e inutilizzato, quindi fermo
Perché tutti utilizzavano la moneta cartacea e i titoli lasciando l’oro in banca come deposito reale della loro ricchezza
Da questa constatazione partì un ragionamento di tipo algoritmico, statistico. Le banche erano interessate a un dato molto importante: quante persone andavano a ritirare contemporaneamente l’oro scambiando con questo i titoli? Il dato riportava un numero assai basso, nell’ordine delle unità percentuali. Assumiamo per comodo che la percentuale fosse del 5%. Questo voleva dire che solo il 5% dell’oro depositato in banca veniva richiesto, riscosso, movimentato dai clienti e che il restante 95% rimaneva costantemente in deposito. Allora perché non utilizzare questo oro, questo valore, immobilizzato? Perché non farlo fruttare? Fu così che le banche allora stabilirono una percentuale di “sicurezza” oltre la quale poter operare in tranquillità con l’oro depositato dai clienti, assicurandosi di avere una riserva aurea sufficiente ad affrontare eventuali richieste o picchi di richiesta di cambio oro/titoli. Questa percentuale venne stabilita nell’ordine del 20% circa. Fu così che nacque il concetto e il meccanismo di “Riserva frazionaria“. Questo sistema permetteva alle banche di poter disporre del’80% dell’oro depositato per i suoi affari.
Di che tipi di affari poteva occuparsi una banca?
Prestiti. L’80% dell’oro poteva venire utilizzato per prestare oro, denaro, a chi lo richiedesse guadagnandoci l’interesse sul valore prestato, esattamente come gli interessi di oggi. Prestavano cento per riceverne centotrenta nel tempo. Fu così che le banche passarono dall’essere istituti di risparmio a istituti di credito e risparmio.
Ma i clienti sapevano di questo meccanismo, di questo sistema, di questo business fatto con i loro soldi e con le loro riserve di oro?
Qui la cosa inizia a farsi complicata. I clienti non potevano sapere questo o non si sarebbero più fidati di una banca che utilizza l’80% dei tuoi risparmi per prestarli in giro e guadagnarci. Quindi nacquero nuovi tipi di contratto, nuove clausole. Si faceva firmare il contratto dove questo veniva detto, ma in forma molto poco chiara e trasparente, altrimenti, ripeto, nessuno avrebbe più affidato i suoi risparmi a una banca. Inoltre, per invogliare gli utenti a versare i loro risparmi in banca, venne inventato il tasso di interesse sui soldi versati sul conto, quindi anche il cliente guadagnava se affidava i suoi risparmi alla banca. Conveniente no? Perché tenermi l’oro o i soldi/titoli sotto il materasso quando depositarli in baca significava anche guadagnarci nel tempo? Certo nessuno si domandava seriamente come fosse possibile fare soldi dal nulla, come fosse possibile che una banca da una somma X versata potesse ritornarti indietro una somma X + q. Come si dice “a caval donato non si guarda in bocca”. Ai clienti veniva data, distribuita, una parte di guadagni derivanti dai finanziamenti. In effetti il sistema era geniale. In questo modo si facevano soldi dal nulla e inoltre si distribuiva tra la popolazione più moneta e oro di quanta in realtà non ce ne fosse in deposito, in reale ricchezza. Fu così che per la prima volta la ricchezza reale divenne man mano ricchezza statistica. Questo sistema è andato avanti per secoli, evolvendosi e strutturandosi sempre di più. Inoltre è facile capire come il fare soldi dal nulla avesse portato le banche a diventare straordinariamente ricche! Lo stesso sistema della ricchezza statistica venne utilizzato dalla assicurazioni, ma questa è un’altra storia che ti sarà più facile capire ora che inizi a conoscere il sistema economico basato sulla moneta.

Abbiamo trovato anche qquesto video
http://youtu.be/K8CvuqK91qo

giovedì 15 dicembre 2011

un buon film per parlare di Martin Lutero

PERCHE' NON FESTEGGIARE LA NOTTE PIU' LUNGA DELL'ANNO INVECE DEL CONSUMISTICO NATALE?


Yule -Saturnali

Il Solstizio d’Inverno

La rinascita del Sole

21-22 dicembre

Yule è una festività solare e cade nel primo giorno d'inverno. Nella tradizione germanica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno. Nel neopaganesimo odierno rappresenta una delle otto feste dell’anno esoterico.. Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale. E' uno dei momenti di passaggio dell'anno, forse il più drammatico e paradossale: l'oscuritá regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente, inizia a prevalere sulle brume invernali. Il Solstizio d'Inverno è il passaggio dalle Tenebre alla Luce. Dopo il Solstizio, la notte più lunga dell'anno, le giornate ricominciano poco alla volta ad allungarsi. Questa è una festa di luce, dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore. Si passa dallo stadio alchemico della NIGREDO per raggiungere l'oro filosofico. Questo è l'inizio della fase "SOLVE ET COAGULA" morte e rinascita, purificazione ed elevazione.
Il solstizio stesso è chiamato "la porta", un tempo custodita dal guardiano Giano Bifronte (con l'avvento del cristianesimo il romano Giano dai due volti ha ceduto il posto ai due Giovanni) che sono il simbolo di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che durante i solstizi si congiungono e le porte sono aperte ed è permesso il varco; nella porta d’estate il divino scende in terra, in quella invernale l’umano ascende al divino, è il tempo della morte simbolica dell'adepto che si avvicina al rito iniziatico. Questa è la raffigurazione allegorica del cammino iniziatico.

Come tutti i momenti di passaggio, Yule è un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti e simboli provenienti da un passato lontanissimo. Le porte Sostiziali sono controllate dai due Giovanni; il Battista al solstizio estivo e l'Evangelista a quello invernale. Tradizionalmente identificato come l'autore del Vangelo di Giovanni, delle tre Lettere di Giovanni e della Apocalisse, facenti parte del Nuovo Testamento della Bibbia cristiana. Giovanni avrebbe incontrato Gesù di Nazaret quando già era uno dei discepoli di Giovanni il Battista, precursore e profeta di Gesù. Il Battista indicò Gesù con queste parole: "Ecco l'agnello di Dio", dopodiché fu lo stesso Giovanni il Battista a spingere i suoi due discepoli a lasciarlo per poter seguire il nuovo maestro. L’Evangelista è il discepolo prediletto che nell'ultima cena posò il capo sul petto di Gesù. Testimone della trasfigurazione e dell'agonia del Signore, è presente ai piedi della croce, dove Gesù gli affida la Madre. Insieme a Pietro vide il sepolcro vuoto e credette nella risurrezione del Signore. Evangelista e teologo, penetra profondamente il mistero del Verbo fatto uomo. Nella prima lettera, vertice di tutta la teologia sapienziale, ci dà la più alta definizione della divinità: Dio è amore. Poco conosciuta è l'opera di uno scienziato che ha voluto cimentarsi in un commentario suo personale dell'apocalisse di Giovanni. Si tratta di Isaac Newton, più noto ai più per aver legato il suo nome alla elaborazione di una teoria della forza di gravità. Secondo la tradizione esoterica Giovanni avrebbe ricevuto un insegnamento segreto dallo stesso Gesù e questo insegnamento Giovanni lo avrebbe trasmesso in seguito ad una Chiesa invisibile. Secondo questa concezione, il cristianesimo ufficiale o essoterico, quindi, non sarebbe altro che una volgarizzazione di quell'insegnamento primitivo. Secondo la tradizione esoterica accanto ad una Chiesa di Pietro essoterica ed esteriore esiste invisibile e sotterranea una Chiesa di Giovanni, una chiesa più interiore. C'è chi sostiene che questa presunta Chiesa di San Giovanni si sia tramandata in segreto i suoi insegnamenti di generazione in generazione sino ad arrivare ai Templari, che di questa Chiesa sarebbero un'espressione. Tra le tante versioni c’è ancora quella che vede Giovanni affidare i suoi insegnamenti a Maria Maddalena prima che questa si imbarcasse diretta verso la Francia. Una volta giunta a Marsiglia avrebbe ritrasmesso gli insegnamenti segreti di Giovanni solo ed esclusivamente in linea femminile. Chiamato fin da tempi remoti con l'appellativo di Aquila spirituale, San Giovanni Evangelista viene rappresentato in molti luoghi di culto con il simbolo dell'aquila. Fu l’ultimo Apostolo sopravvissuto. La sua memoria il 27 dicembre.

Il simbolismo del Battista è strettamente legato a quello dell’Evangelista. Essi sono come la vita e la morte, il passato e il futuro, il sole e la luna ecc. Il Battista, posto nel Solstizio d’estate, rappresenta il culmine dello splendore del sole, mentre l’Evangelista, nel Solstizio d’inverno, rappresenta quasi la morte dell’astro. Ma non è così perché sappiamo che ciò che raggiunge il massimo deve poi diminuire, mentre ciò che è pervenuto al minimo di se stesso deve cominciare a crescere. Se il Battista chiude l’antica Legge, l’Evangelista apre la nuova Legge ed annuncia la Rivelazione cristiana. Uno chiude e non può aprire, l’altro apre, ma non può chiudere: "Ecco quel che dice il Santo, il Verace, colui che tien la chiave di David: colui che apre, e nessuno chiuderà, che chiude e nessuno aprirà" (Apocalisse, III, 7). Posti in tal modo alle porte solstiziali, essi sono come i pilastri del portico, né nel mondo, né fuori del mondo. Come la nascita e la morte non appartengono in realtà al ciclo umano, ma sono degli intermediari, così i due Giovanni hanno un volto divino ed un volto umano. Essi inquadrano il Sole di Giustizia come i solstizi inquadrano la manifestazione solare. Sono delle tangenti che delimitano questo Sole. Ai punti di tangenza, essi si confondono con lo stesso Sole. Il Battista si riferisce alla linea orizzontale, cioè alla Livella. Infatti Isaia così profetizzava la missione del Battista: "Si colmi ogni valle, ogni monte o colle si abbassi". E al piano orizzontale si riferisce l’acqua battesimale; aspetto livellato, che corrisponde al passivo, al passato, alla luna, alla conservazione delle cose. E se il passato è morto, in compenso, la luna presiede alle nascite.

Inversamente, l’Evangelista si riferisce alla Verticale ed al Filo a Piombo. Egli sta sul Monte della Trasfigurazione, sul Monte degli Olivi e sul Calvario e non percorre il piatto deserto di Giudea. Apostolo della Luce e del Fuoco, è simboleggiato dall’Aquila. Questo carattere di verticalità e di luce gli dà un aspetto solare e Apollo, Dio del Sole e degli Oracoli, presiedeva alla vita futura, all’avvenire. Ma in compenso, il solo avvenire di cui si è certi è la morte.

Al Solstizio d’estate inizia il periodo discendente della luce e il Solstizio d’inverno segna l’inizio del periodo ascendente. Questo complementarismo dei cicli ascendente e discendente chiama un’altra osservazione. Il nome di Giovanni ha, in ebraico, il doppio significato di grazia ascendente e di misericordia discendente. Così si scopre l’indicazione di una corrispondenza armoniosa tra i periodi solstiziali, tra il ritmo respiratorio dell’uomo fatto di inspirazione e di espirazione e la pulsazione spirituale incessante di lode e di misericordia dei due Giovanni, specie di incantesimo o di modulazione che manifesta la gloria di Dio e colma l’Universo.

Il Solstizio invernale è la prima ricorrenza della ruota dell'anno che comprende le feste magiche, da qui ha inizio il nostro cammino esoterico che si snoda attraverso le altre e successive festività che ci purificano e ci arricchiscono, sino all'elevazione del nostro spirito che ha luogo con il passaggio della seconda porta sostiziale, quella estiva. Autocontemplazione, morte simbolica e risveglio al nuovo stadio. Visita 'l’interno della terra" cioè la profondità del tuo essere e purificando, troverai la Pietra nascosta. GIOVANNI REGGE UN CALICE AL CUI INTERNO VI E' UN SERPENTE. BEVI DA QUESTO CALICE, CHE RICORDA IL GRAAL CON TUTTI I SUOI SIGNIFICATI SIMBOLICI ED ERMETICI, SUBLIMA IL SERPENTE INGERITO, RENDI INNOFFENSIVO IL VELENO DA CUI ESTRAI UN ELISIR CHE DONERA' GIOVINEZZA ED ELEVAZIONE, POTENZA E NUTRIMENTO PER IL CORPO E PER LO SPIRITO.

Questo periodo, caratterizzato dalle feste dedicate al dio sole, veniva già festeggiato dagli antichi Egizi e nell'antica Roma, con i Saturnali, feste queste ultime che videro l'introduzione nelle celebrazioni di candele, canti ed orge. La celebrazione del solstizio d'inverno si diffuse rapidamente in tutta Europa e nacque così nelle campagne la festività di Yule, legata alla celebrazione del sole e della madre terra che si prepara, riscaldata dai primi raggi, alla futura semina. Il Natale e' la versione cristiana della rinascita del sole. Si trattava comunque di un periodo di riposo e danze, che in Islanda continuò a essere celebrato per tutto il medioevo. Quando i missionari iniziarono la conversione dei popoli germanici, adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste locali. La festa di Yule venne quindi trasformata nel Natale, mantenendo però alcune delle sue tradizioni originarie. Fra i simboli moderni del Natale che parrebbero derivare da Yule compare, fra l'altro, l'uso decorativo del vischio e dell'agrifoglio. Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno. La birra e il pane venivano offerti agli alberi in Scandinavia. L'albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.

Il Re verde o Re del Sole

Due temi principali si intrecciavano e si sovrapponevano. Uno era la morte del Vecchio Sole e la nascita del Sole Bambino, l'altra era il tema vegetale che narrava la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re dell'Anno Calante, ad opera del Dio Quercia (anche Re verde o Re del Sole), Re dell'Anno Crescente. Le genti dell'antichitá, che si consideravano parte del grande cerchio della vita, ritenevano che ogni loro azione, anche la più piccola, potesse influenzare i grandi cicli del cosmo. Così si celebravano riti per assicurare la rigenerazione del sole e si accendevano falò per sostenerne la forza e per incoraggiarne, tramite la cosiddetta "magia simpatica" la rinascita e la ripresa della sua marcia trionfale. Presso i celti era in uso un rito in cui le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo della luce-candela portata dagli uomini con cui veniva acceso il fuoco, per poi festeggiare tutti insieme la luce intorno al fuoco. In altre tradizioni si celebra la nascita del nuovo dio sole, (vedi anche l' antica festivita' Romana del Sol Invictus). Il rituale tradizionale è una veglia celebrata dal tramonto all'alba successiva (la notte più lunga dell'anno) per assicurarsi che il sole sorga nuovamente.

Inoltre Jolfoor (padre di Yule) e Jolnir (Yule) sono nomi di Odino. Alcuni credono che in realtà Odino fosse colui che desse i regali. Prima che Babbo Natale diventasse popolare nell'epoca vittoriana come un elfo grasso e felice, era mostrato alto e longilineo, con un lungo vestito nero, invece che rosso e bianco. Le prime leggende raccontano che Babbo Natale guidasse un cavallo bianco, non una slitta piena di renne. Questo ci ricorda per l'appunto Odino. Il vecchio "Babbo" era anche una figura molto particolare, a tratti terrorizzante, soprattutto per le persone cattive e con intenti poco onorevoli.

Gli antichi Greci festeggiavano una celebrazione simile per assistere il Dio Cronos in battaglia contro Zeus e i Titani. I Romani invece festeggiavano il Dio Saturno. La festa difatti si chiamava Saturnalia e iniziava a metà dicembre per finire il primo di Gennaio. Si era soliti dire "Jo Saturnalia" quando ci si incontrava mascherati per le strade e si utilizzava queste giornate per fare grossi e lauti pranzi, andare a trovare gli amici e parenti e per scambiarsi dei regali di buona fortuna chiamati Strenae (da qui la tradizione delle strenne natalizie). Decoravano le loro case con ghirlande di alloro e sui sempreverdi venivano accese candele. Gli schiavi venivano resi liberi. Celebrazioni venivano tenute in onore degli spiriti dei boschi. Gli alberi venivano portati nelle case e decorati con campanelle, candele e con nastrini dai colori brillanti per attrarre gli spiriti.

La Dea da alla luce il Sole Bambino, per questo il solstizio invernale è stato spesso associato alla nascita del " Re Divino", molto prima della nascita del cristianesimo. Yule è la rinascita, il ritorno della speranza e della vita. Non ha mai cambiato il suo significato nel tempo. Del resto Yule e Natale non sono poi così diversi. Entrambi celebrano l'arrivo del Dio/Sole, così come Cristo è stato chiamato, la luce del mondo.
La tradizione cristiana dell'albero di Natale ha le sue origini nella celebrazione pagana di Yule. Famiglie pagane portavano un albero in casa così che gli spiriti dei boschi avrebbero avuto un posto dove restar caldi nei mesi invernali. Campanelle erano appese ai rami così che si poteva riconoscere quando uno spirito era presente. Il cibo era appeso per farli mangiare e una stella a cinque punti, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi, era messo a capo dell'albero. I colori della stagione, rosso e verde, sono anche di origine pagana, così come l'abitudine di scambiarsi i regali.

I bimbi venivano portati di casa in casa a regalare mele speziate ai chiodi di garofano e arance pieni di chiodini infilati nella buccia, che tenevano in cesti di rami di pino insieme a dei gambi di grano ricoperti di farina. Le arance e le mele rappresentavano il sole, i rami l'immortalità e il grano simboleggiava il raccolto. Infine la farina era la consapevolezza del trionfo, della luce e della vita. Il vischio, il pungitopo e l'edera non solo erano decorazioni di esterni ma anche di interni. Un rametto di agrifoglio veniva tenuto tutto l'anno per assicurare fortuna alla casa e a chi ci risiedeva.

Dicembre è sempre un mese di riflessione, in cui si riesaminano i cambiamenti energetici e le esperienze dei dodici mesi passati. L’ultimo mese dell’anno raccoglie tutti gli avvenimenti e le esperienze degli 11 mesi precedenti; per Dicembre, abbiamo un “crogiolo” di energia che fa da ponte all’anno in arrivo. È tempo per una profonda e quieta analisi; un tempo per fare pace con tutte le azioni intraprese o le decisioni non prese.


Ricordiamo anche l'importanza della ghirlanda, in quanto simbolo di Yule, perchè rappresenta la ruota che sempre gira e il cerchio senza fine che ogni volta si compie. Insomma, la natura infinita della vita. E' tradizione fare una ghirlanda di vischio e rami di abete per simboleggiare l'antica ruota attraverso cui passavano i pagani dei tempi.

Simboli di yule
Ceppo, l'albero, candele, vischio, l'edera, gli abeti
Divinità : Tutte gli Dei nascenti e del Sole, tutte le Dee Madri e le Dee triplici.
Colori: Rosso, Verde, Oro e Bianco
Cibi tradizionali: Noci, frutti come le mele e le pere, Maiale, Idromele, patate, cipolle, Dolci con il cumino
Erbe: Agrifoglio, Vischio, Edera, Cedro, Alloro, Ginepro, Rosmarino, Pino, Valeriana, Mirra, Salvia
Oli: Rosmarino, Mirra, Noce Moscata e Cedro
Incenso: Pino e Cannella
Gemme: Quelle dal colore rosso, rubini, corniole e granato

Yule è il momento del risveglio e dei nuovi progetti, lasciando i rimorsi alle spalle. Il lavoro magico dovrebbe essere sull'equilibrio, la bellezza, la pace e l'armonia. Attività per Yule:
Chiedete scusa a qualcuno, se avete sbagliato.
Fatevi delle domande importanti su ciò che volete ottenere con l'anno che inizia.
Riportate tra i vostri amici la tradizione del wassail. Andate da loro e chiedere da bere in cambio di una canzone e benedicetelo quando bevete.
Cercate di ricordare il sogno che farete la notte del 20. Segna solitamente un evento importante dell'anno che verrà.
Fate piccoli doni per gli amici e le persone amate, è tradizionale abitudine pagana.
Fate una piccola urna dei desideri e scrivete tutto ciò che volete per l'anno prossimo con i vostri amici. Quindi sotterratela.
Scrivete su un foglio cosa volete che la luce purifichi nella vostra vita. Quindi bruciatelo.
Regalate un libro con una dedica ad una persona importante.
Donate cibo e vestiti ad altri meno fortunati.

Spiegate il vero significato della festa di Natale alle persone che amate.

Fate una visualizzazione che vi faccia compenetrare con la natura.
Mettete i palmi su un albero e sentite le sue radici, la sua vita, la sua linfa.
Fate delle stringhe di popcorn e appendetele fuori casa perchè gli uccelli possano mangiarli.

Suonate delle campanelle per salutare il mattino del Solstizio.
Appendete delle piccole campanelle sull'albero per chiamare gli spiriti e le fate.
Decorate l'albero con segni del sole, cuori, mele, pezzi di arancio secchi.

Decorate delle pigne per onorare le fate e appendetele sull'albero per buona fortuna.
Appendete il vischio alle porte e datevi i baci tradizionali.
Fate una candela rossa speciale e tenetela accanto al letto.
Fate da soli le vostre cartoline d'auguri natalizie e di yule.
Preparate del buon thè alla cannella e speziato con chiodi di garofano.
Comprate qualcosa di rosso.
Mettete una stecca di cannella nella borsa. Porterà nuovi soldi.

Per la tavola usare un panno bianco o rosso. La tavola va decorata con sempreverdi, euforbia, rosmarino, agrifoglio, vischio e edera. Le tre candele da usare sono di colore rosso (simbolo del sangue del parto), bianche (simbolo dell'innocenza della nuova vita) e verde (simbolo della crescita).
L'incenso di Yule è composto da camomilla, zenzero, pino e salvia.
Ci si dovrebbe alzare prima dell'alba per poter ammirare il sorgere del sole. Per assicurarsi buona fortuna e prosperità ungere una candela con olio vegetale e fatela passare nella camomilla secca. Accendete la candela e lasciatela consumare.
Decorate il ceppo di quercia con il sempreverde poi accendetelo nel camino pronunciando le seguenti parole:

"Vecchio Re grazie di tutto. Per le lezioni apprese, per le battaglie superate. Ti diciamo addio perchè da stasera il tuo regno cade nell'oblio. Giovane Re fatti avanti, è il tuo momento. Forte e potente diventerai e il tuo ardore ci donerai."

La pianta sacra del Solstizio d'Inverno è il vischio, pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile. Il vischio, pianta sacra ai druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina. Equiparato alla vita attraverso la sua somiglianza allo sperma, ed unito alla quercia, il sacro albero dell'eternitá, questa pianta partecipa sia del simbolismo dell'eternitá che di quello dell'istante, simbolo di rigenerazione ma anche di immortalitá. Ancora oggi baciarsi sotto il vischio è un gesto propiziatorio. Il vischio venerato dai Celti era quello che cresceva sulla quercia, considerato l'albero del dio dei cieli e della folgore perché su di esso cadevano spesso i fulmini. Si credeva che la pianticella cadesse dal cielo insieme ai lampi. Questa congettura - scrive il Frazer nel suo "Ramo d'oro" - è confermata dal nome di "scopa del fulmine" anzi la scopa del fulmine è un nome comune in Germania per ogni escrescenza cespugliosa o a guisa di nido che cresca su un ramo perché gli ignoranti credono realmente che questi organismi parassitici siano un prodotto del fulmine".

Tagliando dunque il vischio con i mistici riti ci si procura tutte le proprietà magiche del fulmine. Le leggende che considerano il vischio strettamente connesso al cielo e alla guarigione di tutti i mali si ritrovano anche in altre civiltà del mondo come ad esempio presso gli Ainu giapponesi o presso i Valo, una popolazione africana.

Possiamo anche compiere una celebrazione più rituale, con l'accensione del ciocco. Anche se non abbiamo un caminetto in casa possiamo accenderlo nel nostro giardino, o in un prato insieme ai nostri amici. Si prende un grosso pezzo di legno di quercia e lo si orna con rametti di varie piante: l'agrifoglio (l'anno calante), l'edera (la pianta del dio solstiziale) e la betulla (l'albero delle nascite e dei nuovi inizi). Si legano i rametti al ciocco usando un nastro rosso. Se abbiamo celebrato questo rito anche l'anno precedente e abbiamo un pezzo non combusto del vecchio ciocco, accenderemo il fuoco con questo. Una volta che il fuoco è acceso osserviamo le sue fiamme e meditiamo sulla rinascita della luce e sulla nostra rinascita interiore. Accogliamo le nostre speranze, i nostri sogni per il futuro. Più tardi le ceneri del ciocco potranno essere sparse nel nostro giardino o nei vasi delle piante che teniamo in casa per propiziare la salute e la fertilitá della vegetazione.

Un altro modo per celebrare Yule è quello del ramo dei desideri. Chiunque entri in casa se vuole, potrá scrivere un proprio desiderio su una striscia di carta, che verrá ripiegata per garantire la segretezza del desiderio e legata al ramo con un nastrino colorato. Quando si accende il fuoco del Solstizio il ramo viene sistemato sulla legna da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando saliranno col fumo sempre più in alto, finche' verranno accolti da entitá celesti e chissá, forse esauditi.


L'albero Solstiziale e l'albero di Natale.

Sono origini molto antiche, quelle che collocano il famoso abete nelle feste del Solstizio d’inverno, ovvero il Natale. I popoli germanici, lo usavano nei loro riti pagani, per festeggiare il passaggio dall’autunno all’inverno. In seguito era usanza bruciarlo nella stufa, in un rito di magia simpatica (secondo cui il simile attira il simile), in modo che con il fuoco si propiziasse il ritorno del sole. Fu scelto l’abete perché è un albero sempre verde, che porta speranza nell’animo degli uomini visto che non muore mai, neppure nel periodo più freddo e difficile dell’anno. Era un simbolo fallico, di fertilità ed abbondanza associato alle divinità maschili di forza e vitalità. Ecco che addobbarlo, prendeva quindi i connotati di un piccolo rito casalingo che portava fortuna ed abbondanza alla famiglia. Il Solstizio d’inverno, è il momento in cui la divinità maschile muore, per poi rinascere in primavera. Questo ciclo di morte-nascita, lo si ritrova in moltissime culture, oltre quella cristiana. E’ presente in Egitto, con la morte di Osiride e nel mito di Adone che si evirò proprio sotto ad un pino.
Addobbare l’albero di Natale con le luci, accendendolo di mille riflessi, ricorda il rituale del grande falò dell’abete, che spesso si prolungava fino all’attuale festa della Befana. In alcune popolazioni europee, con il fuoco dell’abete, si bruciava simbolicamente le negatività del passato, e le streghe leggevano nel fuoco i presagi per il futuro. La tradizione dell’albero prese piede in Italia nel 1800, quando la regina Margherita, moglie di Umberto I, ne fece allestire uno in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e l’usanza si diffuse tra le famiglie italiane in breve tempo.

sabato 5 novembre 2011

Gli atomi, la riforma protestante, le buste da lettere, Artaso e Samhain




Le insegnanti della scuola media frequentata da Olmo l'anno scorso ci hanno dato i programmi aggiornati 2 mesi per due mesi.
Per scienze stiamo facendo l'atomo e come sempre il pc ci da una grossa mano, video e dispenze con verifiche allegate non mancano

http://www.edizionidedalo.it/site/include/9788822048028_schedaapprofondimento.pdf
http://www.youtube.com/watch?v=LJcTEQoLS9M&feature=related

Anche sull'argomento Martin Lutero vi segnalo 2 video interessanti , il primo è molto chiaro e didattico

http://doc.studenti.it/video-lezioni/storia/la-riforma-protestante.html

Il secondo vede Jacopo fo leggere una sorta di listino prezzi indulgenze che ha molto colpito mio figlio

http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=6HyR1yukNso

Per italiano ripassiamo le varie forme di scrittura fra cui la lettera, allentare un po' la morsa della sola scrittura costruendo una busta per la lettera è stato divertente

http://www.youtube.com/watch?v=sX-6HJGltIs
http://www.saperlo.it/guida/come-realizzare-una-busta-da-lettere-con-un-foglio-30

Ma ora vorrei parlarvi anche di altri modi di fare scuola famigliare, sono stata a trovare mio figlio Emilio (26 anni) che vive in un paese occupato nei Pirenei in Spagna.



Artaso, questo è il nome del paese dove un gruppo di giovani insegue il suo sogno di comunità anarchica, per ora hanno un solo bambino di 3 anni, ma sperano in un futuro di poter praticare una scuola familiare itinerante, dove i bambini del paese vengano portati 1 o 2 volte la settimana a frequentare, giocare e studiare negli altri villaggi che sono in quella zona, così da poter mantenere un autonomia didattica compartecipata.
In questa zona della Spagna esistono paesi occupati anche da 30 anni dove gli occupanti vivono nel rispetto della natura che li circonda facendo autosussistenza e ospitalità, luoghi dove il denaro ha ben poca importanza.
Il mondo sta cambiando e sono felice di essere quì in questa epoca meravigliosa in cui i nostri sogni possono divenire realtà.


31 ottobre SAMHAIN il capodanno esoterico

Mi piace proporre a Olmo informazioni su usi e costumi di altre epoche o di altri credo.
Quest'anno (oltre all'ormai orribilmente classico "dolcetto scheretto") mi sono fatta mandare dalla mia amica di Napoli una tesina sul capodanno esoterico (che incollo a seguire per chi fosse curioso di sapere) abbiamo poi fatto solo parte dei riti che vengono proposti ma il bambino ha gradito molto spero che anche voi vi divertiate a leggerlo.
Samhain


Il Capodanno Esoterico


notte del 31 ottobre - 1 novembre

Il primo novembre cade la grande festa di Samhain o Calenda. Il termine "Calenda" ha una radice piuttosto nota, indica un momento, un giorno, che viene usato come riferimento, come inizio per il calendario. Questo giorno, segna in effetti la fine e l'inizio dell'anno magico, ovvero dell'anno naturale. Invece Samhain in gaelico significa "fine dell'estate", che rappresenta da sempre l'inizio della parte oscura dell'anno esoterico.
E' tra le feste quella piu' importante, perche' reppresenta una filosofia che ci porta ad abolire il concetto di bene e di male a favore del concetto di ciclo, di insieme delle due cose, entrambe necessarie, perche' il mondo esista. Non piu' quindi bene e male, ma solo morte e vita, inverno ed estate , luce e buio, entrambi necessari perche' tutto continui.
Questo giorno rappresenta i due momenti piu' magici della vita di una persona, la nascita, perche' la Calenda e' l'inizio dell'anno, e la morte, perche' la Calenda e' anche la fine dell'anno vecchio.
L’anno si rinnova nella vita quotidiana e nella sfera più intima e profonda della vita stessa, la spiritualità. Tradizionalmente il Capodanno Celtico si celebra a partire dal tramonto del sole, tra il 31 ottobre e il 1° novembre. Questo era il momento più solenne e importante dell’antico: i portali del Sidhe (il Regno di Mezzo) rimangono aperti e questo fa sì che scorra tra i vari regni un'energia ultraterrena notevole. A Samhain o Calenda le streghe festeggiano la vita nella morte, per non dimenticare che ogni fine è un nuovo inizio ed ogni morte in questo mondo è una nascita nell'altro. Samhain era chiamato anche Trinoux Samonia, ovvero “Tre Notti di Fine Estate” 31 ottobre Halloween – 1 novembre Samhain – 2 novembre La grande festa degli spiriti, e i festeggiamenti si protraevano per tre giornate. I Celti basavano il loro calendario sui cicli della luna e non sul sole. L'anno celtico consisteva di 13 mesi, 12 erano di 28 giorni ed un mese addizionale di 3 giorni era la soglia tra il vecchio e il nuovo anno.
Samhain è il Tempo Nero, considerato una giornata importantissima, chiamata anche festa delle ombre, dell’oscurità, delle anime morte, dell'Altro Mondo. Era un giorno che non apparteneva né all'anno che finiva, né all'anno che stava per cominciare, un tempo oltre il tempo, una scintilla d’eternità. Questo era il periodo più magico dell'anno: il giorno che non esisteva. Nella notte di Samhain tutte le leggi dello spazio e del tempo erano sospese, permettendo agli spiriti dei morti e talora anche dei vivi di passare liberamente da un mondo all’altro. Per questa ragione sono nate e si sono consolidate le celebrazioni in onore dei defunti, tradizioni giunte fino ai giorni nostri con qualche rituale che si mantiene inalterato nel tempo – per esempio, accendere i lumini sulle tombe – anche se nessuno sa o ricorda più perché «si usa fare così».
Molte leggende celtiche in cui si narrano cicli epici di re ed eroi si svolgevano nella notte di Samhain. Per i Celti, che erano un popolo dedito all'agricoltura e alla pastorizia, questa ricorrenza assumeva un’importanza particolarissima. La vita quotidiana cambiava radicalmente: le greggi venivano riportate giù dai pascoli estivi, le ultime mele erano state raccolte, i campi non davano più frutti e venivano preparati per la nuova semina, le persone si chiudevano nelle case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali trascorrendo il tempo in lavori artigianali, costruendo utensili e passando le serate a raccontarsi storie e leggende. In alcune regioni del nord Europa, i giovani uomini percorrevano i confini delle fattorie, dopo il tramonto, tenendo in mano delle torce fiammeggianti per proteggere le famiglie dalle Fate e dalle forze malevole che erano libere di camminare sulla terra quella notte. Questo era il momento in cui si poteva facilmente prevedere il futuro e la sorte, una tradizione che è rimasta “impigliata” in molte usanze folkloriche. La pianta sacra di Samahin era il Tasso, albero con corteccia e foglie altamente velenosi. Il suo legno era anticamente usato per fabbricare archi da guerra. Ha sempre ornato i cimiteri. Paradossalmente il tasso rappresenta anche la vita nella morte perché è una pianta sempre verde con un legno resistentissimo e può vivere fino a 2000 anni ed oltre. Ciò fa del tasso un simbolo di immortalità.
31 Ottobre Halloween - La parola Halloween ha origini cattoliche. Il giorno dedicato ad "Ogni Santi" (in inglese All Saints' Day) aveva una denominazione antica: All Hallows' Day. Presso i popoli dell'antichità la celebrazione di "Ogni Santi" iniziava al tramonto del 31 ottobre e pertanto la sera precedente al Primo novembre era chiamata "All Hallows' Eve" (Even significa sera) che venne abbreviato in Hallows' Even, poi in Hallow-e'en ed infine in Halloween. " La celebrazione di Halloween tuttavia ha origini pagane molto più remote e pone le sue radici nella civiltà celtica. Infatti gli antichi Celti che abitavano in Gran Bretagna, Irlanda e Francia festeggiano l'inizio del Nuovo Anno il primo novembre: giorno in cui si celebrava la fine della "stagione calda" e l'inizio della "stagione delle tenebre e del freddo".E' la famosa Notte della Vigilia di Ognissanti che dà inizio ad un nuovo ciclo cosmico, celebrata da sempre in ogni parte del mondo. E' l'Antico Capodanno Celtico, ma è anche il Capodanno per tutti coloro che, nei secoli, in ogni tempo e paese, hanno cercato il prezioso Oro Filosofale, la chiave che schiude il Portale dei Misteri, lo Scettro di Osiride, il filo d'Arianna, la strada che porta alla Caverna Cosmica di Mithra e ai cinque Talismani del Ling-pao, la rotta sicura verso il Vello d'Oro, o la breccia per vedere oltre il Velo di Maja, l'ingresso che porta al Loto dai Mille Petali e potremmo trovare altri cento nomi per significare una sola cosa. Il Cielo e la Terra sono percorsi da energie Inimmaginabili. la Lunga Notte in cui i Druidi, nelle antiche radure delle Selve Sacre o tra i monolitici Guardiani di Pietra sparsi lungo le linee in cui scorreva l'energia della Terra, celebravano solennemente l'Inizio del Nuovo Anno, perpetuando segrete tradizioni per propiziarsi la fortuna e la protezione e per accedere ai grandi Misteri, che in questa notte sono più che mai a portata dell'uomo. E’ la Grande Festa del Mondo Invisibile, dove è permesso chiedere per ottenere e dove, una Scintilla Divina discende, per unirsi all'essenza dell'uomo e risvegliare in lui quelle energie dimenticate che danno il Potere e la Conoscenza. La gente anticamente credeva che nella notte di Halloween gli spiriti abbandonassero le tombe per cercare di ritornare nelle proprie case. Gli antichi, timorosi di essere visitati dai vecchi proprietari della loro casa, indossavano maschere per spaventare gli spiriti. Si lasciavano anche cibo e doni sulla porta di casa per placare le anime ed invitarle a proseguire il loro cammino. Si iniziarono anche ad intagliare e dipingere delle facce nelle rape in cui si mettevano candele illuminate, sperando che il simulacro di un'anima dannata, potesse far scappare i fantasmi. La spaventosa carestia delle patate, in Irlanda (1845-50), obbligò più di 700.000 persone ad emigrare in America. Questi emigranti portarono con loro anche la tradizione di Halloween ma le rape non erano così diffuse come in Irlanda, così le sostituirono con le zucche. Oggi Halloween ha perso il suo significato religioso e rituale, per diventare una festa soprattutto dedicata ai bambini.
Il simbolo di Halloween è la Jack o' lantern, cioè la zucca scavata e intagliata con espressioni mostruose. La leggenda racconta che un giorno un fabbro irlandese di nome Jack, mentre beveva tranquillamente una birra al pub la notte di Halloween, ebbe la sfortuna di incontrare il Diavolo in persona! Jack era un po' ubriaco, ma cercò di ingannare il Diavolo, offrendogli la propria anima in cambio di un'ultima birra. Il Diavolo accettò e si trasformò in una moneta d'oro, in modo che Jack potesse pagare il barista. Subito Jack prese la moneta, la chiuse nel suo borsellino e pagò il barista con una moneta d'argento che aveva in tasca. Jack liberò il Diavolo, che gli promise di non reclamare la sua anima per i prossimi 10 anni. Passarono 10 anni. Jack stava camminando per la strada, quando incontrò di nuovo il Diavolo che voleva la sua anima! Jack, pensando rapidamente, disse: "D'accordo, verrò con te. Ma come ultimo desiderio mi prenderesti una mela da quell'albero?" Il Diavolo, pensando che non aveva niente da perdere ad accontentare Jack, saltò sul melo. Ma svelto Jack intagliò con il suo coltello una croce nel tronco dell'albero, impedendo al Diavolo di scendere! Così Jack riuscì a farsi promettere dal Diavolo che non avrebbe mai più reclamato la sua anima. Diversi anni dopo Jack morì. Bussò alla porta del Paradiso, ma non lo fecero entrare perché aveva commesso troppi peccati nella sua vita. Così si presentò all'Inferno, ma il Diavolo lo dovette mandare via, perché aveva promesso di non reclamare mai la sua anima. "Ma allora dove posso andare?", chiese Jack. "Torna da dove sei venuto!" gli rispose il Diavolo. La strada era buia e ventosa. Jack chiese al Diavolo qualcosa per farsi luce. Il Diavolo, come ultimo favore, gli lanciò dei carboni ardenti, che Jack infilò in una zucca bucherellata, per ripararli dal vento e non farli spegnere. Da allora Jack vaga nella notte con la sua lanterna, in attesa del Giorno del Giudizio.
1 novembre Samhain - E’ un passaggio, una celebrazione della transizione da una stagione all'altra e i Celti erano affascinati dalla magia dei "luoghi di mezzo", come spiagge e litorali, guadi e i vani delle porte.
Questi non erano, al contempo, in entrambi i luoghi e né in un uno né nell'altro, così erano considerati luoghi di grande potere. Nella mitologia celtica, nel cuore di ogni entrata c'è un paradosso. La soglia è letteralmente fra due mondi ma, in se stessa, non è né dentro né fuori ed è in entrambi allo stesso tempo. Così Samhain apparteneva sia all'estate che all'inverno e a nessuno dei due. Era il cancello per l'inverno e un tempo magico di passaggio fra le stagioni. Samhain era il primo giorno dell' inverno e la fine di un anno pastorale. Era il tempo quando la notte era più lunga del giorno, le ultime mele erano raccolte, e l'anno iniziava di nuovo con la sua fredda metà oscura. In molte culture pastorali, l'inverno era visto con timore. Si avvicinava il tempo dell'abbandono, il momento di abbandonare ogni bagaglio non desiderato e le paure, proprio come gli alberi lasciano cadere le loro foglie. Nelle Notti Antiche i Druidi, armati di un falcetto d'Oro, si recavano nelle Selve Sacre di Querce secolari, per raccogliere un ramo di quella pianta che non è una pianta, ma che dalla Folgore pare generata: il vischio. L’Albero è la Via simbolica che unisce ciò che in Alto con ciò che è in basso, il vischio che mai affonda radici nella terra, è simbolo della Luce divina che discende nel Giorno di Samhain. Come accadde con gli elementi 'pagani' del cristianesimo, anche alcune feste celtiche passarono nella cultura cristiana, dopo che i romani sottomisero i Celti Divenne però chiaro alla Chiesa che i Celti, nonostante la loro apparente sottomissione alla cultura cristiana, continuavano ad aderire testardamente ad alcuni elementi del loro vecchio credo. Cosi', Nal 835 Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" 'una festa che onorava il martirio dei primi cristiani, dal 13 Maggio al primo Novembre, in modo da unirla agli antichi rituali druidici del 31 ottobre. Tuttavia la tradizione non fu sradicata e per questo motivo nel 998, Odilo abate di Cluny aggiungeva la celebrazione, nel giorno seguente, della festa di tutte le anime a soddisfare l' aspirazione generale per un giorno di commemorazione dei morti. Ma se la Chiesa accosta le due celebrazioni, l'una tutta osannante e l'altra tutta dolorante, la tradizione popolare ne fa una sola festa, Nel decimo secolo A.C., si consolidò così la tradizione di celebrare il giorno di Ognissanti durante i riti di inizio dell'autunno. In questa giornata si onoravano tutti i morti, non solo i primi santi cristiani, rinforzando così l'associazione con le celebrazioni celtiche di una stagione dell'anno infestata dagli spiriti. Con il passare del tempo questi spiriti, che una volta venivano ritenuti selvaggi e potenti, assunsero un connotato nettamente diabolico e malvagio. La chiesa affermava infatti che gli dei e le dee e tutti gli altri esseri soprannaturali delle religioni antiche fossero di impronta diabolica, che le forze spirituali con cui le persone venivano in contatto erano vere, ma che costituivano delle manifestazioni del diavolo, principe della beffa, che conduceva l'uomo verso l'adorazione di falsi idoli. Così, durante le celebrazioni per Halloween, apparvero rappresentazioni di fantasmi, scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altre creature maligne, come le streghe.
Nel folklore europeo troviamo alla data del primo novembre, molte di quelle usanze e credenze che sono tipiche del Capodanno: i falò, le questue e le strenne, e persino le previsioni per il futuro. Ognissanti, è anche un giorno importante per le previsioni meteorologiche, perlomeno secondo i proverbi. Si afferma infatti che "Se il giorno dei Santi il sole ci sta, un buon inverno va". Tuttavia si spera che piova nei giorni seguenti perché "Novembre piovoso, campo fruttuoso".

2 novembre – la Festa degli Spiriti - La festa dei morti. viene chiamata nell'antica tradizione " festa degli spiriti". Al di là dei dati storici e degli aspetti della religiosità “ufficiale”, quel che è certo è che nel folklore europeo, e quindi anche italiano, i primi giorni di novembre hanno conservato aspetti che riportano a un antico capodanno; per esempio si può registrare l’usanza delle strenne in quei giorni in varie parti d’Italia: e in quel caso i doni, vuole la tradizione, sono portati dai morti. All' inizio dell'anno nella Roma classica si usava scambiarsi doni augurali, le strenne, cioè dei mazzi di erbe selvatiche, molto probabilmente di verbena officinale originariamente prelevata dal boschetto della Dea Strena apportatrice di buona fortuna e felicità. In Sicilia non è la befana, ma sono le anime dei morti che, il 2 novembre, recano i doni ai bimbi, doni che vengono appunto chiamati "cose dei morti" o strenne. Infatti l’aspetto più evidente in quel periodo è, come abbiamo detto, legato ad una celebrazione dei defunti. Un tema fondamentale della Festa dei Morti è il rispetto e l’ospitalità nei confronti dei defunti, i nostri antenati che ritornano in questo mondo per una notte. Le anime dei trapassati devono, in quel giorno, venir confortate e placate, perché (al pari delle divinità e del Popolo Fatato) siano propizie allo svolgersi dell'anno che ricomincia. Un’usanza sopravvissuta è quella di porre lumini accesi sulle tombe.
In passato durante questa notte anche la casa restava illuminata da una candela, si accendeva per rendere più agevole il cammino dei defunti verso la loro antica dimora e la loro famiglia terrena.
Da noi (ma anche nel resto dell’Europa) la tradizionale accoglienza si ritrova in varie usanze. In Romagna una volta tutti si alzavano di buon’ora e i letti con le lenzuola e le sceglie candide di bucato erano lasciati liberi per il riposo degli antenati stanchi del viaggio percorso dall’eternità. Il banchetto è un’usanza registrata in molte regioni: quando arrivano in casa, i defunti devono trovare anche cibo e ristoro, così la mensa non si sparecchia e si lascia tutto pulito e ordinato
In molte delle nostre provincie il 1° novembre si usava fare una questua per i poveri raccogliendo per le case pane e farina, e si confezionavano dei dolci di forma particolare, detti ossa dei morti. Alla vigilia dei Morti i bambini andavano di casa in casa per ricevere in dono fave, castagne bollite e fichi secchi; questi doni si chiamavano il Ben dei morti. In Lombardia, le osterie di Bergamo e dei paesi vicini preparavano grandi pentole colme di una speciale minestra d’orzo che veniva caritatevolmente distribuita ai poveri. In Valcamonica e nel Sellero si andava a messa e si pregava, al ritorno si faceva una festa con la polenta e con lo “schelt”, un impasto fatto con farina di castagne. Si andava nella stalla a mangiare e a parlare, si faceva festa e ci si divertiva. Cibo tradizionalissimo per la ricorrenza dei Morti sono le fave che secondo gli antichi contenevano le anime dei loro trapassati ed erano sacre ai morti. Le fave, che per prime sbucavano dal terreno primaverile dopo che il seme era stato sepolto nella terra, erano il simbolo della resurrezione, già nell’antichissima credenza precristiana, il segno che le anime dei morti non perivano con il corpo. Anche oggi, in occasione delle festività dei primi di novembre, le fave dei morti hanno questo arcaico e nobile significato. E' importante onorare i defunti per far si che il loro sonno sia tranquillo e senza dispiaceri. Poichè il velo che ci unisce in questi tre giorni si fa più sottile, gli spiriti dei defunti possono tornare a camminare sulla terra per farci visita e questo è il momento in cui i loro messaggi ci raggiungono con molta facilità. Usare gli strumenti divinatori in questi giorni è quindi come costruire un ponte tra noi e loro, proprio come facevano gli antichi Druidi nel passato Nella tradizione celtica non esistono né diavoli, né demoni, tuttavia le Fate erano spesso considerate ostili e pericolose dagli uomini che erano risentiti dal dover condividere con loro le proprie terre. Le leggende narrano che nella notte di Samhain le Fate sono solite fare alcuni "scherzetti" agli umani, portandoli a perdersi nelle "colline delle Fate" dove rimanevano intrappolati per sempre. I Celti quindi, per guadagnarsi il favore delle Fate erano soliti offrire del cibo o latte che veniva lasciato sui gradini delle loro case. E' proprio da questa leggenda che ha origine il famoso gioco del "trick o treat" (Scherzetto o dolcetto) nella quale i bambini travestiti con maschere e costumi "mostruosi e terrificanti" vanno di casa in casa, chiedendo dolcetti o qualche moneta.

Cosa fare a samhain
• Imbandire la tavola con una tovaglia arancione o nera.
• Le candele devono essere anch'esse arancioni o nere e decorate con mele, melograni, crisantemi e calendule.
• L'incenso di Samhain e' una mistura di alloro, noce moscata e salvia.
• Si svuotano le zucche per farne delle lanterne e si dispongono a segnare i punti cardinali, con all'interno ( o in prossimità ) una candela del colore appropriato all'elemento corrispondente.
• Si mettono, in segno di accoglienza per gli spiriti, delle lanterne fuori dall'uscio per indicare loro la via
• E’ un momento in cui al fine di favorire la nostra rigenerazione, si possono ritualmente abbandonare tutte le cose del passato che dobbiamo o vogliamo lasciare, abbandonare (lasciar morire) le cose che non ci piacciono nella nostra vita. Si può scrivere la caratteristica o l'abitudine che vogliamo far "scomparire" su un biglietto e poi dategli fuoco con una candela nera. Possiamo poi, più semplicemente, dare via o bruciare quegli oggetti che non ci piacciono più. E' tempo di abbandonare le cattive abitudini, di cambiare la propria vita! Infatti, prima che la nuova crescita possa iniziare, il suolo deve essere fecondato con i resti dei raccolti dell'anno precedente e con i rifiuti (se non ci fossero morte e decomposizione non ci sarebbe la Vita).
• Sta iniziando il periodo più buio dell'anno, quindi diciamo addio al sole augurandogli buon riposo, sino a che non rinascerà a Yule. Spegnere tutte le candele a simbolo della sua assenza.
• Dopo il banchetto lasciare all'aperto qualche mela, o sotterrarla, per nutrire simbolicamente i defunti.
• Queste notti sono favorevoli per la divinazione. Aprite la vostra mente e utilizzando il mezzo a voi più favorevole per scrutate il futuro.
• Preghiera per i defunti da recitare rivolti ad ovest, meglio se all'esterno.
• Il piatto tipico Irlandese di questa ricorrenza “colcannon” fatto con purè di patate, cavolo tritato e cipolla, servito caldo con molto burro. Solitamente al suo interno si nasconde una moneta ed il fortunato che la trova, nella sua fetta, la può tenere e gli annuncia prosperità per l'anno che deve iniziare.
• E’ il momento, irripetibile, per dare una svolta importante alla propria vita. La nave di Ermete, simbolicamente, salperà per un altro Grande Viaggio nell'Arte Suprema; verso le isole misteriose degli Antichi Filosofi, alla ricerca del segreto della Grande Opera
• E' opportuno chiudere tutte le questioni lasciate in sospeso, concludere qualsiasi commercio non finito in estate saldare i debiti e i crediti, risolvere le controversie; per non lasciare che tutto questo bagaglio pregiudichi la buona sorte dell'anno che deve venire.
Un rituale senza dubbio più complesso, ma che vale la pena di compiere, può essere eseguito nelle nostre case. Al tramonto del sole, la vigilia di Samhain, si spengono tutte le luci di casa e ci si mette in piedi davanti ad una candela nera o scura. Sentiamo l'anno vecchio che sta per morire, ricordiamo tutte le cose buone o cattive che avete vissuto, ricordiamo le persone a voi care che non ci sono più, e quando ci sentiamo pronti si accende la candela dicendo: " Accolgo con questa luce gli spiriti di coloro che se ne sono andati prima di me. Siate i benvenuti!". Prendiamo una coppa o un bicchiere pieno di vino e beviamone un po', dopo aver detto: " Ai morti! ", lasciandone alcune gocce. Possiamo poi accendere una candela speciale per ciascuno dei vostri amici o parenti morti: possono essere anche candele bianche o colorate. Per accenderle si usa la candela scura, e con la stessa candela accendiamo anche le lanterne-zucche di Hallowe'en, se ne abbiamo fabbricata qualcuna.
Dopo aver fatto questo si prende un piatto o un vassoio dove avremo messo del pane o dei dolci e invitiamo gli amici invisibili a condividerè con noi il cibo. Lasciamone sempre qualche porzione.
Poi, prendendo la candela scura, andiamo in tutte le stanze e accendiamo tutte le luci, magari solo per pochi minuti.
Andiamo fuori dalla porta d'ingresso e gettiamo una moneta: dovrebbe essere d'argento ma una comune moneta andrà bene ugualmente. Diciamo: "Denaro sul pavimento, denaro sotto la porta" e lasciamo la moneta sul pavimento per un mese, facendola magari scivolare sotto lo zerbino. Essa porterà fortuna alla nostra casa.
Meditiamo sul significato di questa festa e lasciamo aperta la porta di casa per fare entrare i nostri amici invisibili; lasciamo loro cibo e bevande. Raccogliere le ghiande, dando una ghianda agli amici ed ai familiari come augurio di buona fortuna.
Se vi vuole vedere la faccia della persona destinata a dividere la vita con voi, nella notte di Halloween recatevi in un posto dove la luna sia ben visibile, volgetele le spalle in modo tale che la sua luce si rifletta in uno specchio che avrete in mano. Accendete una candela verde e mettetela davanti a voi, in modo tale da vedervi nello specchio e vedere anche la luna dietro di voi. Sulla vostra spalla sinistra apparirà nello specchio il volto della persona che sposerete.
Nella "Stagione dei mesi neri" si deve iniziare la pulizia del materiale inutile e dannoso che si è accumulato all’interno di ognuno. Questa pulizia sarà fondamentale per poter continuare il cammino iniziatico in sintonia con le forze naturali. Compito non facile che troverà compimento a Yule (22 Dicembre).
I simboli di questa festa sono la zucca, le fave, le nocciole e la mela, la ghianda. La mela, frutto sacro in molte tradizioni, riassume in sé molti significati che fanno capo alla triade di amore - conoscenza - morte.
E' il frutto della conoscenza proibita come nel caso della Bibbia, ma più spesso come conoscenza da "coltivare". Infatti nella tradizione celtica il legno del melo è uno dei nove Legni Sacri dei Druidi, usato per accendere i fuochi delle cerimonie sacre. La mela nasconde al suo interno un simbolo sacro. Se si taglia il frutto orizzontalmente si vedrà al centro una stella a cinque punte, la cui simmetria riflette la Sezione Aurea del numero sacro ai pitagorici. Il pentagramma. Le mele sono anche per questo usate negli incantesimi per tenere unita una coppia o trovare l'anima gemella mentre il legno del melo si utilizza per costruire talismani per la longevità, l'eterna giovinezza e l'immortalità. Il ricordo del cibo degli dei e delle fate permane nel Nord Europa sotto forma di sidro, vino di mele, o di "wassail", sidro bollito con spezie e mele intere. Queste bevande vengono consumate durante il Solstizio d'Inverno come augurio di prosperità. Le nocciole sono il frutto simbolo della sapienza magica la saggezza, l' ispirazione e la poesia, i frutti sono mangiate prima della divinazione e il nocciolo era un albero sacro ai Celti, simbolo di saggezza e di segreta conoscenza. All'albero al legno ed al frutto del nocciolo, anche le streghe di casa nostra, riconoscono doti particolari. La Ghianda e la quercia - abbondanza e fertilità. La Salvia - mangiare la salvia per diventare immortali sia nella saggezza che durante gli anni. Si usa anche come augurio di attrarre i soldi.
la Rapa è una protezione contro la malvagità o il danno; la Zucca per i Celti, che hanno creduto che lo spirito d'una persona risedesse nella testa, rappresenta gli antenati.

lunedì 3 ottobre 2011

Si ricomincia




Eccolo quà Olmo, alle soglie di suoi 12 anni, uno spirito libero, gioioso e curioso, dopo un anno di scuola statale (conclusasi nel migliore dei modi, ottimi risultati e moltissimi contatti umani positivi) si ritorna alla scuola famigliare, saremo lieti di darvi nuove notizie su come procediamo in questa nostra avventura.Riprendo il pc in mano dopo tantissimo tempo,ringrazio tutte coloro che mi hanno scritto, Irene che ha inserito il mio blog sul suo libro e naturalmente mio figlio, che è anche il mio maestro il quale non tarderà a darmi degli ottimi spunti per raccontarvi come si può frequentare la seconda media facendo scuola famigliare.

giovedì 23 giugno 2011

Come mai l'acqua può essere solida liquida o gassosa?

"Vedi bambino mio, alle molecole dell'acqua (ma chiamiamole pure goccioline) quando è freddo gli battono i denti e per soffrire di meno si stringono forte forte le une con le altre,(lo facciamo anche noi d'inverno per scaldarci un po') così compatte diventano SOLIDE, come il ghiaccio.
Ma basta che la temperatura torni normale per vederle belle, morbide, sempre unite insieme ma decisamente più rilassate, direi LIQUIDE ecco.
Ma se per caso la temperatura aumenta allora soffrono talmente il caldo da desiderare di essere più lontane le une dalle altre (anche a noi succede d'estate di non voler stare appiccicati agli altri perchè si suda di più) e così, leggere, diventano GASSOSE e se ne vanno in giro per l'aria.
Vuoi fare un fumetto su questo?"

Per fare il fumetto Olmo ha ritagliato delle gocce d'acqua da riviste trovate quà e la.

FOTOSINTESI

"E' vero che le piante producono ossigeno?"
"Si!"
"E come fanno?"

Se vi trovate di fronte a questa domanda vi suggerisco un attività che vi aiuterà a rispondere.
Prima di tutto fate costruire al bambino un anello sopra al quale disegnerà il sole, lo infilerà al dito e con queso opererà,proprio come fa il sole, insieme alle foglie.
Avete già spiegato al bambino che l'acqua si chiama anche H2O perchè è fatta da due molecole di acqua e una di ossigeno?
Si!
Fateglielo costruire: ritagliate dei cartoncini (meglio se li avete preparati prima) di cui 6 con scritto O (ossigeno) e 12 con scritto H (idrogeno)e fategli formare 6 molecole di acqua (H2O).
Poi fategli preparare 6 molecole di ANIDRIDE CARBONICA (che è nell'aria) ogni molecola è formata da CO2 perciò ce ne vogliono 6 con la C di carbonio e 12 con la O di ossigeno.
"Ma mamma che stiamo facendo?"
"Le foglie di ogni pianta, con l'aiuto del sole, fanno questo ogni giorno bambino. Siccome si nutrono di glucosio (la cui formula è C6H12O6) che poi è come lo zucchero, quando l'acqua e l'anidride carbonica si posano su di esse chiamano il sole (che è il ditino con l'anello) il quale divide tutte le molecole per farne una di glucosio.
La foglia felice manda giù la sua "caramella" ma sputa le molecole scisse che non le servono e ... guarda un po'...sono avanzati una manciatina di cartoncini di O (ossigeno) e allora dove finiscono?"
"Tornano nel cielo"
"Bravo! così per miglioni di anni le piante per nutrirsi hanno ossigenato il mondo!"

Mi dispiace per la pessima qualità dell'immagine che ho scannerizzato dal quaderno di 5° di Olmo. Spero di essere stata esaustiva, farlo è molto + semplice di quanto possa sembrare. Come vedrete dall'immagine il gioco è stato fatto sopra a una foglia disegnata con l'aiuto del ditino sole...a noi è piaciuto mooolto.

ESPERIMENTI su aria e acqua

L'ARIA PESA?
si,1kg per cm quadrato.
Ma come dimostrarlo?



1) Prendete una bilancia,o costruitela, che abbia un punto di appoggio e due braccia.Mettete due palloncini sgonfi all'imboccatura di ogni braccio (uno ad un estremità e uno all'altra). La bilancia manterrà l'equilibrio.
Ora togliete un palloncino e gonfiatelo poi riposizionatelo dov'era.
la bilancia pende verso il palloncino gonfio perchè ... pesa di più.

2) Prendete una riga (vanno bene anche quelle di plastica per il disegno tecnico) appoggiatela sul tavolo lasciando sporgere metà della sua lunghezza,ora coprite la riga che è sul tavolo con un foglio di giornale aperto (che coprirà oltre la riga anche parte del tavolo) .Date una martellata (dall'alto verso il basso) all'estremità della riga sporgente ... ci si aspetta di vederla volare via con il giornale e invece : il peso esercitato dall'aria nell'intera superficie del giornale oppone resistenza alla martellata e la riga rimane dov'è (MAGICO).

3) Questo esperimento invece dimostra che la pressione dell'aria va anche dal basso verso l'alto.
Bisogna prendere una cartoncino (va benissimo una cartolina) riempire un bicchiere d'acqua fino all'orlo, poi appoggiare la cartolina sopra il bicchiere, tenendo una mano a spingere sul cartoncino (verso il bicchiere) rovesciare il tutto. Una volta portato il bicchiere alla posizione sotto-sopra togliere la mano che tiene la cartolina ( mantenendo sempre il tutto parallelo al pavimento ... l'acqua non cadrà in terra e il foglietto rimarrà attaccato al bicchiere.

NELL'ARIA C'E' ACQUA?
Si,sotto forma di vapore acqueo che non vediamo ad occhio nudo.
Per dimostrarlo fate mettere al bambino un bicchiere asciutto in congelatore.
Dopo qualche ora fateglielo tirare fuori e osservate.
Le particelle di vapore acqueo,che sono nell'aria accanto al bicchiere, a contatto con il freddo del vetro tornano allo stato liquido e il bambino vedrà formarsi sul bicchiere una moltitudine di goccioline d'acqua.